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Fino al 31 dicembre 2022 le emittenti televisive nazionali, i cui canali sono posizionati sul telecomando tra i numeri 1 e 9 nonché dal numero 20, potranno, comunque, continuare a trasmettere simultaneamente con entrambe le codifiche. Per le emittenti televisive locali il cambio di codifica continuerà ad avvenire invece per aree geografiche, in contemporanea con le tappe del processo di 'refarming', già avvenuto in Sardegna, Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige, ed attualmente in fase di conclusione in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Le altre regioni del Centro e del Sud Italia saranno, successivamente, interessate al passaggio di codifica sulla base del calendario di riorganizzazione delle frequenze stabilito dal Ministero.
Il ciclo idrologico non ha un punto di partenza, ma un buon posto da dove cominciare è il mare. Il sole, che attiva il ciclo dell'acqua, riscalda l'acqua del mare. Parte di essa evapora nell'aria. L'evaporazione avviene anche dalle acque dolci dei laghi e dei fiumi. Sul continente, l'evapotraspirazione, che è l'acqua traspirata dagli esseri viventi (soprattutto dai vegetali; al confronto, la parte prodotta dagli animali è trascurabile) ed evaporata dal sole, apporta vapore all'aria. Una piccola quantità d'acqua nell'atmosfera proviene dalla sublimazione, che è il passaggio allo stato di vapore direttamente dallo stato solido (ghiaccio, neve, brina) saltando completamente la fase di fusione. Le correnti d'aria ascensionali sollevano il vapore in alto nell'atmosfera dove la temperatura più bassa ne provoca la condensazione in goccioline microscopiche che formano le nuvole.
Mercoledì prossimo, il 20 ottobre, inizia l'annunciato processo di switch-off del digitale terrestre. Su questo tema sono stati scritti articoli e articoli, da DDAY.it ovviamente, ma nelle ultime settimane un po' da tutte le testate generaliste e non. Il tema è popolare, visto che riguarda milioni di italiani e la "fiammata" di interesse è stata alimentata dall'arrivo del Bonus TV Rottamazione, che finalmente sta stimolando il mercato, operazione che non era riuscita al primo Bonus TV, quello limitato agli ISEE 20.000 euro.
Ma quando un tema diventa così popolare, spesso si diffondono notizie destituite di fondamento e diffuse da organi di stampa mal informati; una confusione purtroppo alimentata anche dalla roadmap di passaggio ai nuovi standard che, a solo un mese dalla prima scadenza, è stata cambiata radicalmente, con una serie di rinvii, i cui effetti non sono stati colti da tutti gli osservatori di mercato.
Il processo di riassetto delle frequenze in realtà si è già messo in moto da inizio anno, praticamente senza grandi impatti per i cittadini: al massimo si è trattato, in alcune zone, di risintonizzare i canali, operazione che molti TV compiono in autonomia nottetempo. Il primo vero passaggio si avrà il 20 ottobre 2021, con la migrazione verso il solo MPEG4 di nove canali Rai (tutti tranne Rai Uno, Rai Due, Rai Tre e Rai News 24) e di sei canali Mediaset (TGCom 24, Boing Plus, Italia 2 e tre canali di radiovisione, R101, R105 e Virgin), operazione necessaria per iniziare ad avere un po' di spazio in più, così da favorire il riassetto delle frequenze.
Il 20 ottobre inizia il processo, che terminerà presumibilmente entro sei mesi, di passaggio di tutti i canali nazionali alla codifica MPEG4. Anche se questa codifica ha fatto il suo debutto in Italia proprio con i canali HD, può essere impiegata senza problemi anche con la risoluzione standard e porta con sé un risparmio della banda impiegata a parità di qualità percepita. Anzi, non è affatto detto che i canali che dal 20 ottobre in avanti passeranno in MPEG4 lo faranno migrando in alta definizione: a quanto ci risulta la stragrande maggioranza dei canali resterà in SD, anche se codificata in MPEG4. Quindi è falso affermare che la TV italiana stia migrando verso l'alta definizione, anche se questa ricostruzione si è letta da molte parti.
Il passaggio dei singoli canali in MPEG4 sarà a carattere nazionale: questo significa che quando un canale passerà alla codifica MPEG4 lo farà all'unisono a livello nazionale. Molti organi di stampa, leggendo la nuova roadmap senza i giusti rudimenti tecnici, hanno confuso il passaggio delle codifiche con le fasi di riassetto delle frequenze, che sono effettivamente differenziate per aree. Questo vuol dire che la liberazione della banda 700, con la modifica delle frequenze e il riassetto dei multiplex, avverrà in date differenti a seconda delle diverse aree. Ma lo spostamento delle frequenze non esclude alcun TV, neppure i più vecchi: basta rifare la sintonia. Cosa ben diversa dal cambiamento di codifica e di modalità trasmissiva che invece è - lo ripetiamo - all'unisono su tutto il territorio nazionale.
Il MiSE nella nuova roadmap, da noi chiamata "roadmap dei rinvii", ha destinato il completamento del passaggio a MPEG4 a data da destinarsi. Il MiSE si è impegnato a definire questa data entro fine 2021 ma, nel momento in cui scriviamo, non solo la decisione non è ancora stata presa ma neppure sono circolate indiscrezioni. Ma stante il fatto che il 30 giugno la banda 700 MHz andrà categoricamente consegnata alle telco, è ragionevole pensare che il passaggio al MPEG4, che serve proprio per liberare le frequenze, debba avvenire entro i primissimi mesi del 2022, diremmo nel primo trimestre.
La data precentemente prevista per il passaggio al DVB-T2 era il 30 giugno 2022, in concomitanza con la cessione della banda 700 MHz: questo avrebbe consentito di recuperare lo spazio perduto nel momento stesso in cui lo si avrebbe perso. La nuova roadmap, invece, ha spostato in avanti il passaggio al DVB-T2, differendolo rispetto alla cessione della banda 700, che è confermata per fine giugno 2022. Questo comporterà la necessità, per un certo tempo, di rispondere al taglio delle frequenze con la sola arma dell'MPEG4: quasi inevitabile, in questa fase interlocutoria senza banda 700 e senza DVB-T2, un sensibile decremento della qualità di immagine, in forza di compressioni più aggressive.
In molti hanno scritto che il 1 gennaio 2023 ci sarà poi il secondo passaggio del processo di switch-off, ovverosia lo spegnimento del DVB-T a favore del più evoluto DVB-T2. La nuova roadmap, che pur cita la data del 1 gennaio 2023, lo fa con la formula "a partire dal" che dà davvero pochissime certezze. Se ci sono stati tentennamenti e remore a partire il primo settembre, come previsto, con il passaggio a MPEG4 (che di fatto non tocca tutti i TV degli ultimi 10 anni), figurarsi se per le emittenti ci saranno le condizioni per passare a un molto più sfidante DVB-T2 a 14 mesi da oggi. I TV non DVB-T2 sul mercato sono ancora svariati milioni (forse decine di milioni) e non sono numeri recuperabili in pochi mesi, men che meno in periodi di carenza di componenti e costi dei trasporti alle stelle. Questa volta il Ministero ci ha visto lungo e scrivendo il decreto con "a partire dal 1 gennaio 2023" ha dato un riferimento temporale minimo, riservandosi l'ovvia possibilità di procrastinare sine die il passaggio. Che con ottima probabilità, non avverrà prima del biennio 2024-25.
Curiosamente il legislatore ha inserito lo spartiacque del 22 dicembre 2018 per identificare i TV rottamabili ai fini del Bonus TV. Da quella data, infatti, come peraltro scoperto da DDAY.it, sarebbe dovuto entrare in vigore l'obbligo di avere nei negozi solo TV e decoder HEVC Main10 (ovverosia compatibili con il profilo a 10 bit), quello che a tendere sarà il massimo standard impiegato sul digitale terrestre italiano.
Quello che il legislatore ha però trascurato è che sono moltissimi i TV, soprattutto a grande schermo, che ben prima del 22 dicembre 2018 erano compatibili con l'HEVC Main10. Quindi no, non è vero che un TV acquistato prima del 22 dicembre 2018 sia da considerare obsoleta, anche volendo traguardare il secondo passaggio dello switch-off.
La Rai ad esempio ha deciso di lasciare visibili a tutti, anche a chi non è dotato di un televisore HD, i canali Rai 1, Rai 2, Rai 3 e RaiNews 24, mentre Mediaset Canale 5, Rete 4 e Italia 1. Solo sui televisori molto vecchi, comprati più di dieci anni fa, non si vedono più 15 canali trasmessi da ora in poi solo in HD (qui la lista). In questa fase viene consigliato comunque agli utenti di risintonizzare i canali. Attenzione però, non si tratta ancora di un vero e proprio passaggio al nuovo digitale terrestre DVB-T2, che non inizia da subito. 2ff7e9595c
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